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La scarsità di precipitazioni nevose, unite alla loro incostanza e soprattutto alla necessità di garantire un'alta qualità delle piste, ha imposto agli esercenti funiviari di dotarsi di impianti di innevamento sempre più potenti, efficienti e sofisticati.

Un impianto per la produzione di neve programmata non è solamente composto dai noti “cannoni”, ma è un sistema complesso formato da:

  • Generatori di neve
  • Reti per la distribuzione idraulica, elettrica e a volte dell’aria compressa
  • Punti di presa (pozzetti) per l'alimentazione elettrica, idraulica e talvolta dell'aria dei generatori di neve
  • Stazioni di pompaggio dell'acqua ed eventualmente dell'aria
  • Punti di approvigionamento idrico con le relative opere idrauliche
  • Serbatoi di accumulo della risorsa idrica (vasche interrate o bacini a cielo aperto)
  • Stazioni meteorologiche
  • Sistemi di telecontrollo e gestione dati

Gli innevatori hanno lo scopo di riprodurre il fenomeno fisico della formazione del cristallo di neve. Il cristallo di neve riesce a formarsi esclusivamente se è presente un supporto fisico su cui poi "attaccare" la goccioline per la creazione dei rami tipici del cristallo. I due processi base su cui si fonda la tecnolologia dell'innevamento programmato sono:

  • La nucleazione permette la creazione dei nuclei che sono il supporto indispensabile per la formazione dei cristalli di neve sia naturale che artificiale. In natura i nuclei di condensazione sono formati da piccole particelle di sale, terra, polvere in sospensione con dimensioni che si aggirano intorno a 1 micron. Nel cannone da neve gli ugelli sulla corona di nucleazione permettono la formazione di tali nuclei. La corona di nucleazione è formata generalmente da ugelli bifase acqua/aria compressa. L'aria compressa ha una pressione di 5-8 bar ed ha il compito di diminuire il diametro delle goccioline alla fuoriuscita dagli ugelli. Il processo è sostanzialmente adiabatico e la velcità di uscita ed espansione del fluido acqua/aria compressa permette un brusco abbassamento della temperatura. Le gocce hanno un diametro di circa 35 micron e si congelano istantaneamente dando vita appunto ai germi di ghiaccio.
  • La nebulizzazione delle gocce d'acqua è attuata grazie agli ugelli presenti sulle corone di nebulizzazione poste alle spalle della corona di nucleazione. L'acqua in pressione (8-35 bar) attravesando gli ugelli monofase (solo acqua) viene ridotta in goccioline con diametro intorno ai 150 micron. Le gocce collidendo con i nuclei di condensazione danno vita al fiocco di neve artificiale. Tutto questo processo avviene senza l'aggiunta di alcun additivo chimico.

Fino a qualche anno fa i generatori venivano suddivisi in alta e bassa pressione, secondo le pressioni necessarie per il loro funzionamento. Oggi questa classificazione è stata ridefinita e la tecnologia applicata a questo tipo di macchine ha dato vita sostanzialmente a due tipi di generatori:

  • Tipo a ventola
  • Tipo a asta

Le attuali tecnologie permettono di sviluppare impianti misti, ovvero sistemi costituiti contemporaneamente da generatori a ventola e generatori ad asta.

L'attenta progettazione di un efficiente impianto di innevamento programmato deve necessariamente passare attraverso una scrupolosa analisi del comprensorio sciistico per poter valutare i volumi di neve necessaria e quindi poter dedurre il fabbisogno idrico del sistema. Molto spesso il volume d'acqua necessario è cospicuo, quindi è necessaria una ottima conoscenza del territorio e uno studio idraulico per individuare i più appropriati punti di derivazione e di accumulo della risorsa. Parimenti importante è lo studio climatico dell'area per determinare il numero di giornate utili per la pruduzione di neve e di conseguenza per dimensionare correttamente l'impianto, oltre che per la scelta della più adeguata tipologia di innevatori.

Tratto e parzialmente modificato da Neve e Valanghe n.58 agosto 2006, Innevamento artificiale, Mario Passeri.

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